26.07.2016
Domenica a Poznan in Polonia ho partecipato al Campionato Europeo su Lunga Distanza e sono arrivata settima èlite dopo 9h47m.
Purtroppo non è andata come volevo ed è difficile raccontare una gara andata male.
La giornata era partita alla grande: ero riuscita a nuotare molto bene e sono uscita in seconda posizione a solo 1'40" dalla prima. Il mio tempo di 45' e poco più indica che il nuoto era molto più corto per un posizionamento errato delle boe, comunque io sono contenta di come ho gestito la prima frazione e delle mie sensazioni.
I problemi sono iniziati appena salita in bici. Non so cosa sia successo: avevo la sensazione che le ruote fossero frenate, mi sono perfino fermata a controllarle anche se, ovviamente, nei giorni prima della partenza l'avevo portata dal meccanico per una revisione d'obbligo e il giorno prima l'avevo provata ed era tutto a posto. Niente da fare, le gambe non spingevano, mi sentivo impotente perchè in alcuni tratti anche se il percorso era praticamente piatto, non riuscivo a tenere i 30 km/h. Mi hanno preso e superato tutte le altre ragazze PRO, ma ho cercato di rimanere concentrata perchè una Full-Distance è molto lunga e può sempre succedere di tutto. Ho continuato a pedalare al meglio delle mie possibilità, mangiando e idratandomi come d'abitudine (in bici ho mangiato sei barrette e due gel, non so con precisione quanto ho bevuto, ma sicuramente non ho trascurato questo punto essenziale) decisa a provare a rimontare qualche posizione nella maratona finale dove generalmente riesco a tirare fuori delle belle prestazioni. Invece anche in corsa ho avuto serie difficoltà: il primo dei quattro giri l'ho corso abbastanza bene, nonostante un percorso davvero tosto con tante curve, tratti di sterrato piuttosto malandato e un pezzo di ciottolato in centro città in cui bisognava stare molto attenti a dove si mettevano i piedi per non farsi male. Ho continuato a bere (acqua e sali) e mangiare (gel), ma durante il secondo giro si è spenta la luce. Non mi era mai successa una cosa del genere. Quasi sempre negli Ironman ai ristori faccio qualche metro camminando per riuscire a bere senza bagnarmi i piedi e riparto subito senza problemi a ritrovare il ritmo. Stavolta invece le gambe non mi reggevano più. Mi sono dovuta fermare perchè mi girava la testa, ho camminato fino al ristoro più vicino (che per fortuna era vicino!) e ho preso un gel e uno spicchio di arancia, ho ricominciato a correre ma il GPS mi indicava che stavo andando a 5'30"/km forse anche più piano. La testa ha vacillato, ho iniziato a sentire male ovunque, mi sono fermata di nuovo, seduta su una panchina per togliermi scarpe e calze e vedere perchè i piedi mi facevano così male, ma quelli erano a posto. Sono ripartita alternando corsetta e camminata decisa ad arrivare al giro di boa dove c'erano Beggio e Gnata (ct e fisioterapista) e dove mi volevo fermare. Beggio mi ha convinto a proseguire, non ero ancora a metà maratona e non so perchè l'ho ascoltato. Diciamo che dentro di me si alternavano due pensieri. Il primo, forse il più logico visto lo stato in cui mi trovavo, era "fermati e vai in hotel a farti una bella doccia e non pensarci più". Il secondo è difficile da esprimere a parole, credo che solo chi abbia partecipato a una gara di endurance riesca a capirmi: ho pensato che in fondo mentre io ero a metà maratona c'erano dei concorrenti ancora in bici; che in ogni caso non avevo nessun dolore serio e piano piano sarei riuscita a tagliare il traguardo e chissenefrega se sarei arrivata ultima, meglio arrivare che ritirarsi, avrei fatto una figuraccia, ma non avrei avuto rimpianti. E poi vestivo la Maglia Azzurra e dovevo onorarla. Così un passo alla volta ho proseguito fino sul traguardo dove certo non ho gioito, ma ho raccolto le mie emozioni per farne tesoro per i prossimi appuntamenti.
C'è sicuramente chi non capisce la mia scelta di arrivare a tutti i costi, ma la maggior parte dei miei amici e chi mi conosce sa che sono fatta così: so accettare anche le giornate negative e cerco di voltare subito pagina. Mi ha fatto molto piacere ricevere i complimenti (complimenti poi per cosa, per aver camminato???!!) dalle mie avversarie che hanno capito le mie difficoltà.
Vorrei ringraziare tutte le persone che mi hanno mandato un messaggio o un pensiero per tirarmi su il morale: tranquilli non sono arrabbiata, certo sono molto delusa perchè mi aspettavo un risultato molto diverso considerando che il percorso di avvicinamento a questa gara era andato per il meglio. Ma non ne faccio una tragedia!
Grazie alla Federazione per avermi dato la possibilità di vestire ancora una volta l'Azzurro e per aver capito che ho cercato di dare il massimo, grazie alla mia famiglia, agli sponsor e ai miei amici e tifosi a cui dico: di gare ne farò ancora tante!