11.07.2017
Fin da quando ho iniziato a praticare triathlon, a metà degli anni Novanta, ho sentito tanto parlare della gara di Roth, la mecca del triathlon di lunga distanza in Europa, e mi sono sempre ripromessa di partecipare a questa gara leggendaria, famosa per il grande tifo oltre che per i vari record che qui sono stati battuti più volte (nel 1996 Lothar Leder fu il primo uomo a scendere sotto le 8 ore in un evento Ironman e sempre qui sono stati realizzati i record di Chrissie Wellington (8h18) e di Jan Frodeno (7h35).
Finalmente domenica scorsa ho potuto vivere questo grande evento in prima persona e assaporare quello che per me rappresenta ancora l’essenza del triathlon e cioè la celebrazione di tutti i concorrenti, dal primo all’ultimo. E domenica a Roth eravamo davvero tanti: 3400 partecipanti singoli più circa 600 staffette, sostenuti da circa 260.000 spettatori a bordo strada. Anzi a dire il vero, anche ai lati del canale dove abbiamo nuotato e poi su tutte le salite, nei centri dei paesini attraversati nello spettacolare percorso di bici e in quello di corsa. Un evento incredibile che mi ha fatto vivere emozioni fortissime, basta che guardiate la foto (ph. courtesy Andrea Mentasti/Federica Zanda) che ho scelto per capire com’ero emozionata nonostante la fatica che stavo facendo!
Mi sarebbe piaciuto recitare una parte migliore, più da protagonista, invece dopo un ottimo nuoto e una buona prima parte di bici, ho dovuto constatare che le altre erano molto più in forma di me. Le mie gambe risentono ancora dello stop primaverile e della preparazione non ottimale e probabilmente anche del Challenge Venice di quattro settimane fa, ma non ho voluto mollare: volevo a tutti i costi arrivare nella grande arena dov’è situata la finish-line del Challenge Roth e godermi anche questo traguardo! In tanti anni ho imparato a rispettare sempre di più l'Ironman e accettare tutte le sfide che presenta, ogni volta diverse. Per farvi capire, domenica la maratona è stata un’agonia: il percorso, rinnovato proprio quest’anno, era durissimo e muscolare, un saliscendi continuo, per fortuna con tantissimo tifo che mi ha aiutato a proseguire nonostante una bella crisi al 30°km in cui mi sembrava di avere il piombo nelle scarpe e i piedi proprio non riuscivo a sollevarli da terra. Ho sofferto molto anche perché io di solito in corsa non ho problemi e non sono abituata a faticare così tanto…vabbè è esperienza anche questa! invece di pensare a quanto piano stessi correndo, mi sono concentrata su altri aspetti: intanto non ho più guardato l'orologio nè tantomeno il GPS per non demoralizzarmi, poi mi sono concentrata sulla respirazione e su quello che dovevo prendere ai ristori (alternavo mezzo gel e acqua in un ristoro, un goccio di Cocacola e sali al ristoro dopo) in modo tenere la mente impegnata. Infine, la cosa più bella: ho cercato di godermi l'atmosfera coinvolgendo la gente a bordo strada a farsi sentire ancora di più con gli applausi, le urla e tutte gli attrezzi che si erano portati per fare rumore (ho visto coperchi, pentole, tamburi oltre che ai gadget forniti dall'organizzazione, altro che "i tedeschi sono gente fredda")...stavo andando piano quindi mi riusciva anche meglio ;-)
Così, passo dopo passo, ho scacciato i pensieri negativi che cercavano di insinuarsi nella mia testa e sono arrivata verso quegli ultimi, fantastici, rumorosi, dolci centonovantacinque metri dove le gambe non le senti più, anzi ti sembra di volare e ti si stampa in faccia un'espressione raggiante anche se sei stanca morta (vedi il video).
A parole è difficile spiegare meglio cosa si prova a concludere una gara così e a raggiungere un traguardo sognato per quasi vent’anni. Come ho già scritto, e non sono parole mie: il dolore passa, le emozioni restano! e mi piace condividerle con tutte le persone che mi accompagnano e mi sostengono per permettermi di inseguire in miei sogni!
Grazie a tutti e complimenti ancora a tutti gli altri finisher di questa gara indimenticabile. A tal proposito, ritorno sull'aspetto dell'essenza dell'Ironman. Domenica sera io e MIrco siamo tornati sulla finish-line per goderci lo spettacolo dell'accoglienza riservata agli ultimi classificati: l'arena era strapiena, l'atmosfera magica con tanta musica, luci, lucette, candele, fuochi d'artificio...un'atmosfera fantastica!
PS per la cronaca sono arrivata 7° tra le Pro, 12° donna, con il tempo finale di 9h52m56s.