22.07.2020
È il momento della tripartenza.
Superata la fase critica dell’emergenza Covid-19, è il momento di ripartire: il triathlon italiano lo farà domenica 26 luglio con la 10° edizione dell’AronaMen, prima gara nel calendario agonistico 2020 della Federazione Italiana Triathlon dopo il lungo stop.
Per garantire la sicurezza di atleti e addetti ai lavori è stato limitato il numero dei partecipanti, che si confronteranno con 1.9 km di nuoto, 90 km di bici e 21 km di corsa: al via della gara piemontese, con un montepremi di 1.500 euro, ci saranno quest’anno 260 atleti (232 uomini e 28 donne).
Starting list di assoluto livello: ai nastri di partenza, tra gli altri, Eleonora Peroncini, Giorgia Priarone, Alessandro Degasperi, Giulio Molinari e Domenico Passuello.
Pettorali numero 1 assegnati a Marcello Ugazio e Martina Dogana. L’atleta di Valdagno, classe 1979, vincitrice di 6 titoli italiani di triathlon lungo, tenterà uno storico poker: sono già 3, infatti, i successi per lei in riva al Lago Maggiore (2017, 04:42:46; 2015, 04:17:09; 2014, 04:26:42), oltre al 2° posto del 2013 alle spalle di Sara Dossena.
“L’emergenza coronavirus ha messo tutto in discussione – afferma Martina Dogana –. Solitamente noi atleti rispondiamo di non sapere come potrebbe svolgersi la gara, ma effettivamente quest’anno ci sono parecchi punti di domanda. Al di là del fatto che non ci sono state gare, non c’è stata nemmeno la possibilità di allenarsi”.
Tutti fermi? Non proprio. Durante il lockdown Martina è riuscita, in un modo o nell’altro, a tenersi in forma: “È stato un momento difficile per tutti, anche se, forse, noi sportivi siamo più abituati a rispettare le regole. Abbiamo utilizzato piattaforme e strumenti alternativi: io ho usato soprattutto i rulli per la bicicletta. Pedalavo ogni giorno, con anche tanti esercizi a corpo libero per mantenermi in forma. Quello che mi è mancato di più è stato il nuoto: ho ripreso gli allenamenti solo a fine maggio”.
Emozione, passione, divertimento: il Martina Dogana Triathlon Team
Oggi Martina corre con i colori del suo team, il Martina Dogana Triathlon Team, che domenica schiererà all’AronaMen anche il giovane Matteo Parise, classe 1993, e Nicola Novello.
La gara piemontese sarà un test importante per entrambi: “L’anno scorso Matteo fu costretto a ritirarsi dopo pochi chilometri di bici a causa di un guasto al cambio – spiega Martina –, quindi è ben intenzionato a saldare il conto. Nicola, invece, si sta allenando per l’Ironman Italy di Cervia in programma a settembre. Nonostante l’incertezza e i problemi durante il lockdown, non ha mai perso la motivazione: ha addirittura comprato una piscina da giardino e si è allenato per parecchie settimane con i piedi legati da un elastico pur di poter fare qualche bracciata!”.
Emblema di quella passione e quello spirito di sacrificio che da queste parti non mancano mai.
Per diffondere la pratica e la cultura del triathlon, Martina e alcuni amici hanno fondato nel 2018 il Martina Dogana Triathlon Team, che appena un anno dopo è stato premiato come 2° migliore società italiana al Gran Galà del Triathlon. Oggi conta 112 soci e 79 soci Fitri. Tra le iniziative spicca il Progetto Giovani, con due scuole di avviamento al triathlon gestite da istruttori qualificati ad Arzignano e Malo, nel Vicentino; una vera palestra di vita per bambini e ragazzi. C’è, poi, l’Age Group: atleti amatori che, attraverso il triathlon, si mantengono in forma, mettendosi in gioco ogni giorno e (ri)scoprendo il gusto dello stare insieme.
“A livello di team, durante il lockdown, abbiamo lavorato molto con i social, attraverso dirette e allenamenti strutturati, per mantenere unito il gruppo – spiega Martina Dogana –. Da qualche settimana abbiamo ricominciato gli allenamenti in presenza del settore giovanile. Anche noi adulti abbiamo iniziato gli allenamenti in compagnia, sfruttando le piscine di Trissino”.
Il pensiero, in questi momenti difficili, va comunque ai più giovani: “Sono stati bravissimi. Non so se io alla loro età sarei riuscita a sopportare tutto questo. Ai ragazzi è mancato tantissimo il contatto umano, dallo stare con i compagni al “litigare” con l’allenatore. È mancata, soprattutto, la quotidianità: il nostro è uno sport individuale, ma il team è fondamentale. Spetterà a noi tecnici e dirigenti andare incontro, dal punto di vista umano, ai ragazzi e alle loro famiglie”.
È davvero, insomma, il momento di ripartire: anzi, di tripartire.
(comunicato stampa a cura di Hassel Comunicazione)